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“Nobody to watch over me”, Kimizuka Ryôichi (2008)
Se avessi un minimo di stima per gli Academy Awards mi chiederei come abbia fatto “Nobody to watch over me” ad essere candidato come miglior film straniero nell’82a edizione. Fortunatamente non ce l’ho e ciò mi evita di pormi un ennesimo inutile problema. La pellicola di Kimizuka Ryôichi, per uno spettatore occidentale, può risultare spiazzante per ciò che racconta. Un omicida minorenne viene arrestato e la sua famiglia è sotto sorveglianza della polizia che la deve proteggere dalle aggressioni del pubblico e dal rischio del suicidio. Dico spiazzante perché a volte può risultare eccessiva una tale morbosità, persino a noi occidentali che in quanto a ciò siamo molto smaliziati. Per cui…
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“I Wish”, Koreeda Hirokazu (2011)
I fratellini Kohichi e Ryonusuke vivono lontani da quando i genitori sono separati. Si sentono telefonicamente ogni giorno, ma affrontano la disgregazione della famiglia in maniera diversa. Il maggiore Kohichi, malinconico e introverso, cerca una soluzione per il riavvicinamento dei genitori. Il minore Ryonusuke si prende cura del padre chitarrista e degli amici con entusiasmo e voglia di vivere. Il regista Koreeda Hirokazu, considerato uno fra i più interessanti filmmaker nipponici attuali, racconta una storia di crescita e di accettazione della realtà attraverso lo sguardo di Kohichi, il piccolo protagonista costretto ad imparare che c’è un mondo, al di fuori del suo, in cui gli eventi non sempre vanno secondo…
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“Linda Linda Linda”, Yamashita Nobuhiro (2005)
Immagine tratta dal film. C’è qualcosa di innegabilmente affascinante nel mondo scolastico giapponese osservato dall’esterno. L’autogestione dei ragazzi, il loro responsabilizzarsi, il condividere interessi e club, il vivere assieme gran parte della giornata (fino a sera e a volte anche la notte), il costruire un festival che attragga bambini e adulti, il cameratismo che si crea tra compagni e il loro essere solidali nel tenere da parte quei pochi adulti che vigilano a distanza senza intervenire. Suggestioni che il mondo narrativo nipponico ha riciclato e raccontato centinaia di volte, tra le pagine di un fumetto come tra i disegni di un anime come sulla pellicola di un film. Una…
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“Hakuchi”, Dostoevskij secondo Kurosawa
Solo Akira Kurosawa poteva mettere in scena una versione fedele, filosofica e complementare de “L’idiota” di Dostoevskij, romanzo da me molto amato e di cui avevo già parlato qui. Traslata la storia dalla Russia ottocentesca al Giappone novecentesco, “Hakuchi” (1951) scansa le insidie della riduzione su pellicola avvalendosi dello straordinario sguardo registico di Kurosawa, della fluidità della sua macchina da presa, della messa in scena silenziosa ed espressionista, e di un gruppo di attori eccellenti, tra cui spiccano per intensità e dolore Masayuki Mori (Kameda, corrispettivo nipponico del principe Myskin) e Setsuko Hara (Taeko, in origine Nastas’ja Filippovna). Kameda, un uomo malato di epilessia di ritorno dall’isola di Okinawa dove…
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“Ponyo sulla scogliera”, di Miyazaki Hayao
Sono anni che si dice che lo Studio Ghibli è in crisi, che non si riesce a trovare un valido successore di Miyazaki Hayao, e che da diversi anni anche i film del Maestro, sì, son bellini, ma rispetto ai precedenti è tutt’altra storia. Di “Ponyo sulla scogliera” (Gake no ue no Ponyo) in particolare si è detto che è un film per bambini, lo stesso Maestro ha dichiarato di voler realizzare una pellicola che fosse espressamente prima per loro e poi per il resto del pubblico. Ma se la dichiarazione di Miyazaki è segno di un’altissima attenzione e di un grande rispetto verso il mondo infantile (e chiunque abbia…
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Osozaki no Himawari
Quant’è difficile crescere. Già è difficile di suo, poi ci si mettono la crisi e la società a complicare le cose. Sostanzialmente è questo il tema centrale di “Osozaki no Himawari – Late blooming Sunflower”, liberamente tradotto da un’ Asaka in piena immedesimazione come “Ma quando caspita arriva ‘sto girasole di maturità?”. Serie giapponese da 10 episodi trasmessi alla fine del 2012, racconta le storie di sette personaggi, trentenni o quasi, le cui vicende si intrecciano nella località meravigliosa del fiume Shimanto. E quando dico meravigliosa intendo che, per quel che mi riguarda, il drama avrebbe potuto anche consistere nella recitazione dell’elenco telefonico, per me avrebbe avuto comunque senso vederlo…
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“Kiki – Consegne a domicilio”
Ho sempre pensato che il primo film di Miyazaki Hayao di cui avrei qui parlato sarebbe stato “Nausicaä della Valle del Vento”, oppure “La Principessa Mononoke”, oppure “Totoro”… Invece no; la Lucky Red ha recentemente portato nelle sale “Kiki – Consegne a domicilio” (Majo no takkyūbin), distribuito sinora in Italia solamente per il mercato dell’home video, e ovviamente io sono accorsa al cinema per ripetere la felice esperienza che si perpetua ogni qualvolta un film del Maestro varca i miei confini natii. Naturalmente avevo già visto il film in questione, rivelazione che ha scandalizzato chi mi accompagnato davanti al sacro schermo; ma quello era un altro adattamento italiano, meno fedele……
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La donna più incomprensibile del Giappone
Un corpo in equilibrio è un corpo su cui agiscono forze che si bilanciano. Asaka, corpo in perenne squilibrio, quando la visione del mondo che la sovrasta e le letture malefiche che si ostina a perpetrare tendono ad esercitare una forza tale da renderla un’ameba ambulante, lotta contro gli avversi numi e le secrete cure ammirando le gesta della sua eroina preferita: Ogiwara Saki. Ogiwara Saki è una “Magerarenai Onna”, una donna inflessibile. “Magerarenai Onna” è stato uno dei primi dorama che vidi, anni fa (nel 2010, per la precisione), e ricordo che mi ci imbattei praticamente per caso, forse per sbaglio. Ne ho visti diversi altri, in seguito, ma…
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“Himizu”, sopravvivere al nucleare dentro e fuori l’uomo
C’è un sogno ricorrente in “Himizu”, il sogno di macerie deserte e disperate attraversate da un ragazzo che si porta una pistola alla tempia. Un sogno che racchiude l’intero film di Sion Sono, scritto durante la tragedia vissuta dal Giappone nel 2011 – il terremoto e il maremoto a cui poi sono seguiti i problemi di contaminazione nucleare – e fortemente influenzato, nei temi e nelle immagini, da tali eventi. Sumida è un quattordicenne che vive in una baracca isolata campando dell’esigua rendita dell’attività di noleggio di barche. La madre non lo cura; il padre torna solo per esigere denaro e rinfacciargli di essere vivo. Sumida però rimane calmo, inviolabile,…
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Donne che danno scandalo…
Uno dei pochi aspetti positivi dell’influenza è che ci si può dedicare ai propri piaceri senza sentirsi in colpa di dover dedicare quel tempo al lavoro (lo so, vi sto facendo una capa tanta con questa storia dell’influenza). Asaka ne ha approfittato per smaltire qualche visione che aveva in arretrato (per smaltirle tutte ci vorrebbero almeno due anni sabbatici, ma forse grazie all’austerity europea e italiana mi saranno concessi… va bene, la smetto), e ovviamente è tornata in terra nipponica, bandiera che ancora manca in questo blog, pur essendone uno dei principali motori ispiratori (tradotto: si prevedono per il futuro valanghe di visioni giapponesi). La scelta è caduta su SCANDAL,…