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“Lisbon Story”, Wim Wenders (1994)
Da un’opera commissionata per promuovere Lisbona ci si poteva attendere un documentario che celebrasse le bellezze e le atmosfere di una città che ha rubato il cuore ad artisti e poeti. Ma Wim Wenders non ce la fa a rimanere ancorato al progetto iniziale e cede alla tentazione di trasformare il documentario in una storia; una “Lisbon Story” che parte dalla Germania, dove il fonico Philip Winter, gamba rotta ancora ingessata, si mette in viaggio per il Portogallo non appena ricevuta una cartolina da parte dell’amico regista Friedrich, che ha urgentemente bisogno di lui per il suo film. A Lisbona tuttavia Friedrich risulta irreperibile, e Philip, seppur preoccupato per la…
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“Grand Budapest Hotel”, Wes Anderson (2014)
L’ho sempre detto che io e Wes Anderson siamo legati da un doppio filo indissolubile. Dopo aver cantato la malinconia di un’infanzia geniale sfociata in un’età adulta di fallimento, dopo aver fatto uscire di casa Gwynieth Paltrow sulle note di “Christmas Time Is Here”, e dopo aver intriso di saudade il glam-rock di Bowie (qui), Anderson omaggia con “Grand Budapest Hotel” il grande Ernst Lubitsch e le sue magnifiche commedie, da me adorate e viste non so quante decine di volte negli anni compresi tra il 1998 e il 2013. E omaggia ovviamente l’intero cinema e mondo che ruotava attorno alla commedia brillante, di cui Lubitsch era un maestro, a…
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“Le armonie di Werckmeister”, Béla Tarr (2000)
C’è una perfezione nella natura, una perfezione che si trasmette anche all’uomo quando emula la natura, quando un povero reietto ubriaco simula la Terra nei suoi movimenti rivoluzionari e rotatori, e un compagno di bevute gli ruota attorno a mo’ di satellite lunare. Arriva l’eclissi, la luce si perde, il buio sembra invadere il mondo… ma la luce torna e illumina nuovamente la Terra. Da questa perfezione, ricreata dal giovane Jànos all’inizio del film in una taverna piena di ubriaconi, si allontana l’essere umano nell’arco della storia – o forse, meglio, della Storia. In un paese senza nome arriva un circo, che esibisce una gigantesca balena imbalsamata e un misterioso…
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“Vincent & Theo”, Robert Altman (1990)
È con estrema discrezione che Robert Altman racconta la vita di Vincent Van Gogh e il forte legame con il fratello Theodore in “Vincent & Theo”. Messi da parte gli overlapping, i peculiari movimenti di macchina e i set affollati di attori, Altman opta per uno stile più sommesso, meno ingombrante, lavorando sulla fotografia per ottenere i colori accesi e complementari della pittura di Van Gogh, e realizzare un set quanto più vicino possibile agli ambienti dipinti dal grande artista olandese. Provocatoriamente il film si apre con la vendita all’asta di un quadro di Van Gogh da Christie’s, e mentre la voce del banditore procede inesorabile nell’aumentare le quotazioni del…
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“Vier Minuten” e tutto il resto è noia
È bizzarro come con gli anni cambino i nostri giudizi. Sei anni fa vidi il film “Vier Minuten – Quattro minuti” di Chris Kraus e non la trovai una visione sgradevole – potremmo dire che mi piacque tra l’abbastanza e il molto. Sei anni dopo mi trovo a pensare d’aver perso due ore della mia vita. Ma procedo con ordine. Traude Krüger è un’anziana e severa insegnante di pianoforte nelle carceri. Nonostante le resistenze che incontra, è determinata a continuare con quel lavoro per cui investe tutte le sue energie ed anche i suoi risparmi, visto che paga di tasca sua i materiali e gli strumenti (si suppone quindi sia…
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“Ai confini del paradiso”, di Fatih Akin
Fatih Akin è un regista discretamente celebre in Europa. Nel 2004 il suo nome si fece conoscere per il film “La sposa turca”, per poi bissare il successo con “Soul Kitchen” del 2009, una intelligente e anche un po’ furba commedia a base di musica e cultura mediterranea. Tra le due pellicole, si situa “Ai confini del paradiso”, 2007, titolo originale “Auf der anderen Seite”, che ebbe una eco decisamente meno vasta ma che, a mio avviso, non manca di motivi di interesse forse anche maggiori degli altri due. Il film, un dramma quasi corale che si muove tra Germania e Turchia, è una storia di padri rinnegati, madri che…
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“Cassandra”, profetessa inascoltata nelle parole di Christa Wolf
Nell’affascinante e complesso mondo letterario greco, il mito di Cassandra è fra quelli che amo maggiormente, e non solo io a quanto pare, se il nome di questo personaggio è diventato perfino proverbiale. Secondo la leggenda, Cassandra ha un dono profetico cui però si accompagna una grave maledizione: pur prevedendo quanto accadrà, le sue parole non saranno mai credute. Ed è proprio a questo personaggio che la scrittrice tedesca Christa Wolf dedica uno dei suoi libri più celebri e riusciti, “Cassandra” (1983), splendido monologo interiore della profetessa che va a morire per mano di Clitemnestra. Una dura “ricerca del tempo perduto” che alla voce della religione e del cuore, sostituisce…