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Re-visioni#3 – “I 400 colpi”
Che dire… ogni visione di questo film porta emozioni nuove. Intramontabile capolavoro di Truffaut, il mio preferito fra i suoi, sebbene sia stato il suo primo lavoro, è veramente uno di quei film che entrano nello spettatore e lo accompagnano per tutta la vita. Antoine Doinel era Truffaut, era Leaud, è chiunque veda il film e riconosca la vera inquietudine che spinge questo bambino ribelle, incapace di conformarsi ad un mondo di apparenze e vuoto, a fuggire nonostante tutto; è chiunque si senta perso dinanzi all’immensità del mare. Libri e film per superare la lacerazione di una famiglia che non lo ama, l’amico René, altro figlio privo di genitori, come…
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“Les Quatre Cents Coups”, François Truffaut (1959)
Antoine Doinel è in un commissariato parigino dopo aver tentato di restituire una macchina da scrivere rubata. Dietro le grate osserva il mondo con una tale mestizia, che sembra aver portato quello sguardo per tutta la sua breve vita. È solo una delle tante sequenze indimenticabili de “Les Quatre Cents Coups”, il primo film alla regia di François Truffaut, e forse il suo capolavoro. Il 21 ottobre, a giorni, si celebreranno i trent’anni dalla morte del grande regista, avvenuta nel 1984 per un tumore al cervello. Ed ho voluto anch’io ricordarlo con la visione di quello che ritengo il suo film più bello, assieme ad “Adele H.”. Spesso per indicare…
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“L’histoire d’Adèle H.”, François Truffaut (1975)
“L’histoire d’Adèle H.” è una di quelle pellicole che periodicamente desidero rivedere. Mi è bastato citarla a proposito di “Vivement Dimanche!” per avvertire il desiderio intenso di un’ennesima visione. Il senso del cinema di François Truffaut è qualcosa che non smette mai di stupirmi, come la sua capacità di abbandonare il proprio mondo autoironico, cinefilo e metacinematografico, una sorta di protezione a garanzia del giusto distacco dalla vicenda, per entrare nel cuore dell’essere umano, nel cuore di Antoine Doinel, adolescente inquieto e solo nel mondo (“Les quatre-cents coups“), o in quello del dottor Itard, alla disperata ricerca del modo di far vivere assieme agli altri un ragazzo cresciuto tra gli…
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“Vivement dimanche!”, François Truffaut (1983)
“Vivement dimanche!” (“Finalmente domenica!”) è stato l’ultimo film girato da François Truffaut. Il grande regista francese sarebbe scomparso l’anno successivo, il 1984, per un tumore al cervello, e “Vivement dimanche!” chiude involontariamente il suo ciclo produttivo presentandosi come una somma del suo cinema, seppur privo del lato più drammatico e struggente che Truffaut seppe trasmettere in capolavori come “Les quatre-cents coups” o “L’histoire d’Adèle H.”. Presta il volto alla protagonista una delle attrici predilette da Truffaut, Fanny Ardant, qui nel ruolo di Barbara, segretaria del signor Vercel in cerca di avventure con cui placare la sua irrequietezza. Ne troverà di interessanti quando Vercel sarà accusato di una serie di efferati…
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“Close Encounters of the Third Kind”, ancora Spielberg…
A quanto pare la mia memoria non è ancora completamente bruciata (anche se sta sulla buona strada). Ricapitoliamo la vicenda: per colpa del continuo parlare di alieni da parte di certa gente, Asaka ha dovuto rivedere “E.T. the Extra-Terrestrial”. Poi, di nuovo per colpa di E.T., Asaka ha dovuto riconsiderare il suo rapporto di amore/odio verso Steven Spielberg, riassumibile con i versi di Ovidio “Ti odierò se potrò; altrimenti, ti amerò mio malgrado”; e infine, sempre per colpa del solito E.T., Asaka è stata costretta da sé stessa a rivedere “Close encounters of the Third Kind”. Come si sarà compreso, Asaka è nella fase del “ti amerò mio malgrado”. “E.T.”…