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“Il raggio verde”, Eric Rohmer (1986)
Ero convinta che su questo blog vi fosse già una recensione dell’ottimo film di Eric Rohmer “Il raggio verde”, ma presa dal desiderio di rileggerla, ho scoperto che è rimasta solo nella mia fantasia. E forse non è un male. Qualche anno fa avrei tentennato un po’ nel valutare il peculiare carattere della protagonista Delphine, e sono felice di poter scrivere questa recensione oggi che sono più vecchia e più testarda. È un film che ho sempre amato molto, forse il mio Rohmer preferito, e trovo che invecchi benissimo. La pellicola, del 1986, fa parte del ciclo “Commedie e proverbi”, un totale di sei film ispirati a motti popolari. “Il…
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“Pane e tulipani”, Silvio Soldini (2000)
Quando nell’ormai lontano 2000 apparve questo gioiellino di Silvio Soldini, si parlò se ben ricordo del fatto che il cinema italiano stesse rinascendo, che “Pane e tulipani” fosse un esempio del nuovo cinema nostrano, cinema vero, alternativa intelligente e popolare al gusto sempre più commerciale e stereotipato che si stava imponendo da ormai qualche decennio. Temo di essere ancora in attesa di questo risorto cinema italiano, che solo a tratti offre pellicole interessanti e stimolanti, poche ed insufficienti per decretare una ritrovata vena artistica e autoriale, ancorché popolare, del nostro cinema. Di certo “Pane e tulipani” si pone però come uno dei film più belli e riusciti dei nostri ultimi…
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“Dieci inverni”, V. Mieli (2009)
È in una Venezia sospesa e nebbiosa che Valerio Mieli ambienta la sua prima opera, “Dieci inverni”. In un cinema italiano che sembra aver smarrito la propria ispirazione e la propria storia, che sembra non aver più nulla da raccontare, spunta questo piccolo e delicato film che Mieli realizza dopo il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia, appoggiandosi ad un romanzo omonimo da lui stesso scritto.In dieci anni, dieci malinconici e sofferti inverni, si snoda la storia d’amore tra Silvestro e Camilla, incontratisi sul vaporetto mentre approdano a Venezia per iniziare l’avventura di universitari fuori sede. Entrambi con un ingombrante peso da trascinare dietro, un alberello di cachi lui, un…
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“Funny Face”, Stanley Donen (1957)
Non sono un’amante dei musical ma mi ritrovo spesso a canticchiare un paio dei brani di questo film che ieri, in cerca di visioni leggere e poco impegnative, ho rivisto per l’ennesima volta con grande piacere. Ispirato ad un paio di musical portati in scena a Broadway qualche decennio prima, da cui derivano anche le musiche di Gershwin utilizzate nel film, “Funny Face”, nella resa italiana “Cenerentola a Parigi”, è la storia di un’anonima e triste bibliotecaria americana la cui vita viene travolta dalla redazione di una rivista di moda femminile che, notatone il fascino e la delicatezza dei lineamenti, la porta in trasferta a Parigi per la presentazione di…
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“Sabrina”, Billy Wilder (1954)
E dopo “Someone like it hot” non poteva essere che la volta di “Sabrina”. Non che cronologicamente ciò abbia senso, visto che “Sabrina” risale al 1954, precedendo quindi la commedia con Jack Lemmon di cinque anni. Ma dopo aver visto all’opera la regia scoppiettante di Wilder e la recitazione esplosiva della coppia Curtis/Lemmon, c’era bisogno di tirare il fiato e rilassarsi con un evergreen della commedia sentimentale, datato sicuramente negli stilemi e nel gusto, molto meno irriverente nelle zampate graffianti di Wilder (poche, ahimè), ma comunque sofisticato nella messa in scena e nelle atmosfere. Il cast è stata probabilmente la carta vincente di un film che ha comunque fatto storia…
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“A qualcuno piace caldo”, Billy Wilder (1959)
Se la Hollywood di oggi è in piena crisi, e non mi riferisco certo alla caccia alle streghe scatenatasi per i vari scandali di abusi sessuali, bensì alla qualità di un’industria cinematografica che pare abbia poco da dire da diversi anni, è impossibile contare i nomi di registi e sceneggiatori che hanno reso grande e importante la Hollywood che fu. Sempre industria rimaneva, con i propri ritmi produttivi, le proprie regole, i propri scandali, ma ha dato l’opportunità di emergere a maestranze di vario titolo che ci hanno lasciato in dote alcuni dei film più belli ed intramontabili di sempre. Fra questi io inserisco senza dubbio “Someone like it hot”,…
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“L’arte del sogno”, Michel Gondry (2005)
Uno dei significati principali di “La Science des rêves“ del regista francese Michel Gondry balza all’occhio nel confronto con la traduzione italiana, “L’arte del sogno”. La distribuzione nostrana ha puntato sul lato artistico del film, un’arte manuale e vintage, a metà tra l’infantile e il nostalgico, tradendo il riferimento originale alla scienza. La scienza del sogno. È questo il vero titolo. Difatti il film si apre con il protagonista, Stéphane, che spiega nella sua “Stéphane TV”, palcoscenico onirico in cui è finalmente protagonista della propria vita, la perfetta ricetta per ottenere un sogno. Incontri casuali, amori, amicizie, parentele, musiche, ricordi… mescolare il tutto, e via, si parte, mentre la voce…
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“Quand on a 17 ans”, André Téchiné (2016)
Nel cinema sfumato e drammatico di André Téchiné (classe 1943), irrompe con una ventata di freschezza “Quand on a 17 ans”, rimbaudiano sin dal titolo che evoca il primo verso della poesia “Roman”. I personaggi di Damien e Tom, protagonisti della pellicola, sono illuminati dai versi del poeta francese, che ci ricorda come i 17 anni non siano l’età della certezza e della serietà, ma l’età delle esperienze, delle contraddizioni, della conoscenza di sé e del mondo. A 17 anni Damien e Tom, compagni di scuola, non fanno che provocarsi reciprocamente. Se nel loro piccolo mondo famigliare appaiono responsabili e maturi, una volta messo piede a scuola finiscono inevitabilmente per…
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“Mon meilleur ami”, Patrice Leconte (2006)
Quando si parla di amicizia, il rischio di cadere nella banalità è consistente. Forse perché è un sentimento in qualche modo più sfumato dell’amore, o forse perché viviamo in un mondo di valori in cui c’è posto solo per ciò che è stato codificato e asservito allo stile di vita, fortemente regolamentato, che conduciamo quotidianamente. Di fatto anche parole meravigliose come quelle che la volpe rivolge al piccolo principe di Saint Exupery, divengono qualcosa di troppo pop, abusato e banale; ci si difende da esse desemantizzandole, privandole della loro sostanza. L’amicizia e le parole con cui i poeti tentano di racchiuderla in un’opera artistica circoscritta imbarazzano e lasciano il lettore…
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“Breaking news”, Johnnie To (2004)
Quest’immagine di Richie Ren che campeggia con il suo muso ingrugnito e la pistola puntata è alquanto inconsueta nel mio blog, in cui film d’azione e fisicamente violenti non appaiono se non di rado e per motivi eccezionali. Ed è un’immagine che decisamente non rende giustizia al film, restituendo l’idea del solito poliziesco in cui è tutto un susseguirsi di spari e azioni mirabolanti. Fortuna che ci pensa Johnnie To ad imprimere immediatamente il proprio marchio al film, creando un piano-sequenza di sette minuti che apre la pellicola e detta il ritmo quasi perfetto con cui essa procede sino alla fine. Il nome di Johnnie To è sconosciuto ai più,…