-
Re-visioni#4 – “Un coeur en hiver”
Il 2020 per me si apre con una “re-visione” di un film che desideravo rivedere da tempo: “Un cuore in inverno” di Claude Sautet. Devastante visione come sempre, nonostante lo conosca a menadito. A questo giro mi ha colpito il senso di ineluttabilità e di solitudine che lambisce i personaggi: non è, come in Antonioni, una impossibilità a comunicare, ma è una inesorabilità dell’essere umano a non poter realizzare i moti del proprio cuore, a dover sempre soffocarli, guidarli, gestirli; un destino esistenziale che ci inchioda a comprendere nel momento sbagliato, alla paura, alla sofferenza, alla confusione su sé e l’altro; alla solitudine. E niente: una sceneggiatura e una recitazione,…
-
“Un Coeur en Hiver”, Claude Sautet (1992)
Ci sono film che considerano i sentimenti come merce sugli scaffali di un supermercato: riconoscibili, controllabili, rigorosamente etichettati. Ci sono altri film che il sentimento lo ricamano con finezza e sfumature, rendendolo fuggevole ad ogni definizione come lo è nella realtà. A questa categoria di film appartiene “Un coeur en Hiver”, del maestro francese Claude Sautet, storia di un liutaio lontano dagli altri e dai sentimenti. Di un certo cinema francese si può spesso dire che è autoreferenziale, chiuso in un mondo altoborghese di lusso e autocompiacimento, freddezza e maniera. Ma di questi difetti “Un coeur en Hiver” è del tutto esente, pur avendo protagonisti di non basso livello sociale.…