Sordità umana
… sono stata a lungo indecisa, due giorni fa, se fosse il caso di scrivere qualcosa sulla ricorrenza della Liberazione. Alla fine ho optato per non scrivere nulla, sia perché è una data che a mio parere non va acriticamente celebrata ma va ricordata con pieno spirito analitico e lucidità, sia perché una celebrazione simile slegata al contesto attuale mi pare sia una perfida beffa.
Piuttosto, sono giorni che ho in mente questo passo di “Raise high the Roofbeam, Carpenters”.
… costoro non sono in grado di ascoltare un urlo di dolore, e non sono in grado semplicemente perché sono una banda di sordi. E con un equipaggiamento così difettoso, con quelle loro orecchie che non sentono, come potranno dall’intensità dell’urlo risalire all’origine del dolore?
Le due cose potranno sembrarvi slegate ed incoerenti, ma per me non lo sono affatto. Credo che inizierò ad avvertire di nuovo lo spirito delle ricorrenze civili solo quando percepirò meno sordità in chi non è in grado di ascoltare un urlo di dolore. E purtroppo non mi riferisco solo ai gerarchi.
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EDIT: ricordavo male, il passo citato è tratto da “Seymour. An Introduction”, generalmente pubblicato assieme a “Raise high the Roofbeam, Carpenters”. L’autore, ovviamente, è Salinger.
2 commenti
Alice
Concordo sulla sordità della gente comune e rincaro la dose: anche la cecità non manca: come si possa sopportare la vista di situazioni difficili vicono a noi…
E allora come stupirci di chi ci governa, anche se, a dire la verità, pensavo da un po’ che avessimo toccato il fondo!
Asaka
A volte ho l’impressione che non riusciamo nemmeno ad ascoltare veramente il nostro, di urlo…
Per il resto, tra chi fa le viste di governare, chi governa tacitamente, chi si lascia governare, siamo veramente anestetizzati. Anzi, mi metto io per prima senza voler coinvolgere impropriamente altri. Sono veramente anestetizzata.