Sers la bonne cause…
… et meurs.
È il tatuaggio che marchia il petto di Denis Lavant in una scena di un film a cui ripenso continuamente, nonostante non lo veda da due anni. L’immagine di questo tatuaggio, se la memoria non mi inganna, era legata a quella del bicipite fremente di Lavant.
Servi la giusta causa e muori. Non è chiaro quale sia la causa portata avanti dal personaggio di Lavant, ma indubbiamente lui ne ha una e porta questa convinzione marchiata sul suo corpo.
Mi chiedo se anche noi abbiamo una causa, non scelta, ma infilataci sotto pelle. Si passa l’intera vita a litigare con il mondo, ma alla fine i conti uno li fa con sé stesso, e non penso debba essere piacevole scoprire, infine, di aver servito una causa che non era la propria.
È un discorso privo di senso, il mio, e non voglio andare a parare da nessuna parte. È solo una riflessione a cui sto rimuginando da mesi, forse anche per quei fotogrammi che sembrano essersi impressi nelle retine dei miei occhi.
P.S. Il film di cui parlo è “Beau Travail”, della regista francese Claire Denis.
2 commenti
Alice
Non so se abbiamo una causa “infilataci sotto pelle” e credo che tante persone non si pongano nemmeno il problema. Perciò dovunque tu non volessi andare a parare, chiedersi se abbiamo una causa nella vita, è già vivere, nel senso di VIVERE. E la risposta è lì da qualche parte, solo che, forse, non riusciamo o non vogliamo vederla. Forse.
Asaka
Come fai a sapere che “non” volevo andare a parare da qualche parte? 🙂
Quel tatuaggio mi fa venire in mente molte riflessioni, di svariato genere; se mi fossi addentrata nel discorso, ne sarei uscita con difficoltà, e non mi andava di farlo. Mi sono limitata ad evocare la suggestione.
Non lo so se la risposta sia sotto i nostri occhi. Potrebbe anche non esserci, per quel che mi riguarda. È, come sempre, tutto relativo.
… scusa, ma a quest’ora di mattina non so dire di meglio. 😛