
Re-visioni#3 – “I 400 colpi”
Che dire… ogni visione di questo film porta emozioni nuove. Intramontabile capolavoro di Truffaut, il mio preferito fra i suoi, sebbene sia stato il suo primo lavoro, è veramente uno di quei film che entrano nello spettatore e lo accompagnano per tutta la vita. Antoine Doinel era Truffaut, era Leaud, è chiunque veda il film e riconosca la vera inquietudine che spinge questo bambino ribelle, incapace di conformarsi ad un mondo di apparenze e vuoto, a fuggire nonostante tutto; è chiunque si senta perso dinanzi all’immensità del mare. Libri e film per superare la lacerazione di una famiglia che non lo ama, l’amico René, altro figlio privo di genitori, come compagno di bravate: la storia di Antoine Doinel è tutta qui, in questa infanzia già volta verso l’età adulta, in una bugia gridata al maestro a rivelare la spietatezza della verità. Truffaut alla sua prima prova da regista ha già una padronanza perfetta del mezzo, e in un bianco e nero caldo e denso, aderisce con tutto sé stesso alla vicenda del piccolo Doinel, creando un congegno cinematografico perfetto. Gli sarebbe bastato questo film per entrare della Storia del Cinema.
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