Da provare almeno una volta nella vita
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“Secrets and Lies”: lo sguardo di Mike Leigh
Tanto vale dirlo subito. Protagonista di “Secrets and Lies” non è la giovane Hortense alla ricerca di certezze dopo la morte dell’amata madre, né tanto meno l’operaia di mezza età Cynthia dalla vita solitaria e rassegnata, né la maniera in cui le loro vite si incroceranno. Protagonista di “Secrets and Lies” è lo sguardo del regista, Mike Leigh, rappresentato in scena per mezzo del suo alter ego narrativo, Maurice, il fratello di Cynthia, fotografo. Quando Leigh indugia nelle session fotografiche di Maurice, pare quasi indugiare in una propria dichiarazione di poetica ancora più chiara ed incisiva del solito. Non sono infatti novità nel suo cinema la camera fissa, la ricerca…
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“La schiuma dei giorni”, Boris Vian
“Perché mai in quattro anni non ho più riletto La schiuma dei giorni di Vian?”, chiedevasi Asaka qualche mattina fa mentre se la spassava in pullman col suddetto volume. Arrivata a un terzo del libro, si è ricordata del perché. L’écoume des jours, uno dei libri più strazianti mai scritti. Non lo dice Asaka ma lo dice Queneau, e se lo dice Queneau possiamo fidarci. A volte accade che le storie bussino prepotentemente alla nostra porta per essere rilette, riviste, rivissute. Le ritroviamo nei giornali, o ascoltando la radio, o navigando in rete, o spolverando l’ultimo scaffale della libreria, quello in cui stanno ben nascosti i libri che è meglio…
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Bellezza e splendore di un povero ridicolo idiota
In quel meraviglioso romanzo che è “Il giardino dei Finzi-Contini”, la sfuggente Micol celebra il piacere infantile di essere costretti a letto dall’influenza lasciandosi intrattenere da qualche classico letterario, possibilmente di lunghezza abnorme – “Guerra e pace”, il ciclo dei “Moschettieri”… Delle parole di Micol mi sono ricordata in questi giorni in cui ho avuto il piacere di veder saltare ogni mio programma grazie alla febbre ( 😈 ), ed a farmi compagnia è stato uno dei libri che più amo, di cui ho parlato spesso in questo periodo, risvegliando in me un irrefrenabile desiderio di rileggerlo. Mi riferisco naturalmente a “L’idiota” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, testo che frequento con…
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I misteri panici di “Hanging Rock”
On Saturday 14th February 1900 a party of schoolgirls from Appleyard College picknicked at Hanging Rock, near Mt. Macedon in the State of Victoria. During the afternoon several members of the party disappeared without a trace … Eccolo, l’inizio di “Picnic ad Hanging Rock”; nulla nasconde di quello che è il fulcro del film, l’anima di una pellicola affascinante e da decifrare. Una pellicola che ha reso celebre il suo regista, Peter Weir, nel lontano 1975, e che ha diffuso un’aura di mistero e di culto sull’omonimo romanzo di Joan Lindsay da cui è tratto il soggetto della vicenda. L’evento arcano attorno a cui ruota la storia è svelato nell’incipit,…
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“Nine Stories”: storie della famiglia Glass e altre infelicità
Come resistere al richiamo di un bel libro quando inizia a ronzarti per la mente in maniera insistente proprio nel periodo in cui più dovresti starne lontana? È impossibile. Ed ecco Asaka aggirarsi furtiva con la sua copia consunta di “Nine Stories” by J.D. Salinger nei luoghi più disparati sperimentando il rischio del brivido: 1 – In macchina con i colleghi: felicemente appollaiata su un sedile posteriore dopo aver ceduto (diciamo piuttosto sospinto con forza) il posto anteriore a qualcun altro, la nostra eroina lascia cadere qualche commento a casaccio nella conversazione degli altri certa che tanto non si avverta la differenza rispetto a quando interviene con cognizione di causa.…
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“I got a rock”… Charles M. Schulz e le sue “noccioline”
Giorni fa ero impegnata con alcuni amici in una faticosa disputa su chi, tra di noi, se la passi peggio. Naturalmente era una questione d’onore detenere il primato schiacciante sui concorrenti. Così, mentre enumeravamo con voce lamentosa le varie sfortune che ci colpiscono (ebbene sì, è a questi passatempi che si dedica la plebe mentre l’imperatore manda a fuoco il Circo Massimo), a furia di udire la mia querula voce ripetere “A me è successo questo… A me è successo quest’altro…”, sentivo la rassomiglianza con qualcosa, con una certa voce lamentosa… “Io un sasso…” Povero Charlie Brown che ogni notte di Halloween girava le case con gli amichetti nella speranza…
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“Le Havre”: i miracoli di Kaurismäki
Era dai tempi de “L’uomo senza passato” che non mi accostavo ad un film di Kaurismäki. Quasi dieci anni. “Perché mai?!”, mi sono chiesta col fazzoletto in mano giorni fa, mentre mi beavo nella visione di “Le Havre”. Forse perché la speranza e la fiducia sono valori così lontani e desueti da essere irrimediabilmente fuori moda? E indubbiamente fuori moda è la Le Havre dipinta da Aki Kaurismäki nel suo film: retrò nel design, nei colori, nelle forme degli autobus, nell’assenza di macchine, nella morte di ogni tecnologia, salvi un infido cellulare, strumento di delazione, e scarpe sneaker, che il protagonista Marcel Marx guarda con desolazione impossibilitato a svolgere il…
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“Cluny Brown” e l’arte di riparare i tubi dei lavandini
Ognuno di noi ha dei film a cui ripensa con affetto e particolare gratitudine verso chi li ha realizzati. Asaka prova questa sensazione ogni volta che rivede una certa dozzina di film, e “Cluny Brown” è sicuramente da includere nel novero. Lo so che è brutto fare i nostalgici che disprezzano il presente ed elogiano il passato, so anche che è sintomo di immaturità, incapacità di apprezzare il presente eccetera eccetera, ma sinceramente… chi oggi riesce più a fare commedie graffianti, intelligenti, dai tempi comici chirurgici e le interpretazioni ottime? Chi riesce più a trasmettere una risata capace di veicolare messaggi di amarezza e umanità? Eredi di Lubitsch, di Wilder,…
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Ragazzine terribili nel metrò – “Zazie dans le métro”, Raymond Queneau
Avere dei nipoti, al giorno d’oggi, può essere una grande responsabilità. Specie se questi dolci fanciulli non conoscono il senso della vergogna e infilano una parola volgare ogni tre pronunciate. È pur vero che uno zio deve essere un esempio morale per il fanciullo, e la cosa può risultare abbastanza ostica se il proprio lavoro consiste nel ballare travestito da spagnola in un locale notturno. Zazie è una dolce bambinetta di provincia scaricata per un paio di giorni a Parigi presso lo zio Gabriel (nome d’arte Gabriella) dalla madre, in libera uscita col proprio moroso (che no, non è il padre di Zazie). La fanciullina è abbastanza scafata per la…