Da provare almeno una volta nella vita
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“Ritratto della giovane in fiamme”, Céline Sciamma (2019)
Nell’attuale panorama cinematografico europeo, due registe francesi osservo con particolare ammirazione: Claire Denis e Céline Sciamma. Se l’ultimo tratto della carriera della Denis suscita in me alcune perplessità (l’ispirazione e la lucidità di “Beau Travail” sembrano molto lontane), trovo invece sempre più interessante e stimolante la filmografia di Céline Sciamma, la cui ultima opera, “Ritratto della giovane in fiamme“, è da poco transitata per i cinema italiani. Opera molto stratificata, per la quale forse sono necessarie più visioni, il film della Sciamma utilizza la storia d’amore tra le due protagoniste per riflettere sul ruolo della donna nella cultura e nell’immaginario.Céline Sciamma ha spesso frequentato con le sue opere il mondo…
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“Satyricon”, di Petronio
Non credo esista opera letteraria perduta che provochi un rimpianto pari o maggiore a quello che si vive leggendo il “Satyricon” di Petronio, romanzo sui generis che non ha eguali nella letteratura antica e che diverte e affascina nonostante la lacunosità che lo pervade. Lo scrisse un certo Petronio, personaggio che molta critica individua nel Gaius Petronius Arbiter di cui racconta Tacito nei suoi “Annales”: un esteta impenitente, cortigiano di Nerone, “arbiter elegantiae” per la sua raffinatezza e per la noncuranza con cui indossava il buon gusto che, da quel che traspare dalla sua opera, non doveva essere una qualità così diffusa nell’epoca neroniana. Tacito, storico solitamente severo e discreto,…
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Re-visioni#3 – “I 400 colpi”
Che dire… ogni visione di questo film porta emozioni nuove. Intramontabile capolavoro di Truffaut, il mio preferito fra i suoi, sebbene sia stato il suo primo lavoro, è veramente uno di quei film che entrano nello spettatore e lo accompagnano per tutta la vita. Antoine Doinel era Truffaut, era Leaud, è chiunque veda il film e riconosca la vera inquietudine che spinge questo bambino ribelle, incapace di conformarsi ad un mondo di apparenze e vuoto, a fuggire nonostante tutto; è chiunque si senta perso dinanzi all’immensità del mare. Libri e film per superare la lacerazione di una famiglia che non lo ama, l’amico René, altro figlio privo di genitori, come…
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“A qualcuno piace caldo”, Billy Wilder (1959)
Se la Hollywood di oggi è in piena crisi, e non mi riferisco certo alla caccia alle streghe scatenatasi per i vari scandali di abusi sessuali, bensì alla qualità di un’industria cinematografica che pare abbia poco da dire da diversi anni, è impossibile contare i nomi di registi e sceneggiatori che hanno reso grande e importante la Hollywood che fu. Sempre industria rimaneva, con i propri ritmi produttivi, le proprie regole, i propri scandali, ma ha dato l’opportunità di emergere a maestranze di vario titolo che ci hanno lasciato in dote alcuni dei film più belli ed intramontabili di sempre. Fra questi io inserisco senza dubbio “Someone like it hot”,…
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Preve
La mia estate è stata segnata da un libro. “Una nuova storia alternativa della filosofia: il cammino ontologico-sociale della filosofia”. Poche balle, la recensione non la faccio perché non ne sono capace. Mi diverto a ipotizzare quanto tempo l’ultima fatica di Costanzo Preve, scomparso nel 2013, impiegherà a sedimentare nella mia testa calda. Credo di non aver mai dedicato tanta pervicacia ad un libro. Pensavo a Fusaro, leggendolo. Pensavo che mi interessa Preve, non Fusaro. Pensavo che avrei voluto e dovuto leggerlo prima. Ora sono pronta. Per ricominciarlo.
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“Scritti corsari”, Pier Paolo Pasolini (1975)
C’è molto da riflettere sul senso del titolo di “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini. La prima accezione, quella più immediata ed evidente, rimanda al carattere critico, e non polemico, come invece Pasolini stesso lo definisce nell’introduzione all’opera, degli articoli ivi raccolti. La polemica si ha l’impressione che sia altrove, in quelle accuse, talora di squallida e bassa lega, di cui si intravede l’ombra nelle risposte dell’intellettuale che, anziché aggredire e usare violenza verbale, opera una costante e inesausta azione di raziocinio, di scomposizione delle argomentazioni dell’interlocutore, in modo da poter così replicare punto per punto contestando il ragionamento e non di rado smontandolo dalle fondamenta. Tale tensione interlocutoria è…
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“Un Coeur en Hiver”, Claude Sautet (1992)
Ci sono film che considerano i sentimenti come merce sugli scaffali di un supermercato: riconoscibili, controllabili, rigorosamente etichettati. Ci sono altri film che il sentimento lo ricamano con finezza e sfumature, rendendolo fuggevole ad ogni definizione come lo è nella realtà. A questa categoria di film appartiene “Un coeur en Hiver”, del maestro francese Claude Sautet, storia di un liutaio lontano dagli altri e dai sentimenti. Di un certo cinema francese si può spesso dire che è autoreferenziale, chiuso in un mondo altoborghese di lusso e autocompiacimento, freddezza e maniera. Ma di questi difetti “Un coeur en Hiver” è del tutto esente, pur avendo protagonisti di non basso livello sociale.…
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“Il più grande crimine”, Paolo Barnard (2011)
Il saggio di Paolo Barnard, “Il più grande crimine”, non è un testo con cui Barnard sperava di far soldi, quanto con cui sperava di risvegliare la coscienza critica dei lettori e renderli maggiormente consapevoli della crisi che all’epoca della composizione aveva appena iniziato ad investire l’Europa. Il testo è scaricabile gratuitamente sul sito dell’autore, a questo indirizzo: http://paolobarnard.info/salva_cittadini.php Barnard si può amare o odiare. Nel suo blog, e anche nei suoi tanti tentativi di costruire una forza civile dotata di mente e conoscenze tecniche, strumenti di base per contrastare la follia dell’attuale politica economica sovranazionale, assume con una certa frequenza comportamenti che possono parere eccessivi, se non disperati. Io…
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“Germania anno zero”, Roberto Rossellini (1947)
È incredibile come alcuni film, pur avendoli visti più volte, ad ogni visione facciano sempre male. E, per ciò che mi riguarda, “Germania anno zero” è fra questi. Il cinema di Roberto Rossellini ha sempre avuto uno scopo etico ed educativo chiaramente esplicitato dal regista, uno scopo che con il tempo è rimasto saldo seppur trasformato nei modi. “Germania anno zero” non sfugge a questa tensione civile, come del resto evidenzia palesemente il cartello introduttivo al film. Quando le ideologie si discostano dalle leggi eterne della morale e della pietà cristiana, che sono alla base della vita degli uomini, finiscono per diventare criminale follia. Persino la prudenza dell’infanzia ne…
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“Les Quatre Cents Coups”, François Truffaut (1959)
Antoine Doinel è in un commissariato parigino dopo aver tentato di restituire una macchina da scrivere rubata. Dietro le grate osserva il mondo con una tale mestizia, che sembra aver portato quello sguardo per tutta la sua breve vita. È solo una delle tante sequenze indimenticabili de “Les Quatre Cents Coups”, il primo film alla regia di François Truffaut, e forse il suo capolavoro. Il 21 ottobre, a giorni, si celebreranno i trent’anni dalla morte del grande regista, avvenuta nel 1984 per un tumore al cervello. Ed ho voluto anch’io ricordarlo con la visione di quello che ritengo il suo film più bello, assieme ad “Adele H.”. Spesso per indicare…